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La cauzione per le manifestazioni a premi: perché va abolita

30 Giugno 2014

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Tra i numerosi adempimenti che devono osservare le imprese che promuovono un concorso a premi vi è anche quello di prestare una cauzione pari al 100% del valore del montepremi nel caso dei Concorsi a premi e pari al 20% della stima dei premi nel caso delle Operazioni a premi nelle quali la consegna dei premi non è contestuale all’acquisto del bene promozionato.

La ratio di questa norma era nobile: garantire i consumatori che, in caso di inadempienza o comportamenti scorretti da parte della società promotrice, il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe utilizzato la cauzione per erogare i premi. L’art. 7 del D.P.R. 26/10/2001 n. 430 infatti indica che << Il Ministero dispone l’incameramento della cauzione qualora:

a) in caso di concorsi, dal verbale redatto dal notaio o dal funzionario della camera di commercio, risultino commesse violazioni relative alla consegna dei premi;
b)
in caso di operazioni, accerti, d’ufficio o a seguito di denuncia presentata dai partecipanti, la mancata corresponsione dei premi promessi.

Con questa nobile premessa, possiamo fidarci di chiunque promuova un concorso a premi, perché, se qualcuno ci imbroglia, ci aiuta il Ministero dello Sviluppo Economico!

Ma funziona veramente cosi?

cauzione manifestazioni a premi

Assolutamente no, per i seguenti motivi:

  1. perché sono ancora tanti i concorsi a premi che vengono svolti in Italia “al nero”, cioè senza osservare alcun adempimento di legge e quindi senza nemmeno prestare la cauzione (fate un giro in Facebook e ve ne renderete conto);
  2. perché chi non consegna i premi ai beneficiari non fa, ovviamente, nemmeno il verbale di chiusura, per cui il Ministero non avrà notizia dell’inadempienza e se ne accorgerà (forse) quando la fideiussione sarà ormai scaduta;
  3. perché il Ministero non consegna alcun premio, ma incamera totalmente la fidejussione a titolo di sanzione.

Quindi i consumatori truffati rimarranno con un palmo di naso!

La cauzione va abolita, è totalmente inutile!

Nel corso di un workshop svoltosi durante lo scorso Promotion Expo in presenza di un esponente del Ministero dello Sviluppo Economico, alcuni “colleghi” hanno avanzato la proposta di inserire una franchigia di 5.000 euro, cioè un valore al di sotto del quale non sussiste l’obbligo di prestare la cauzione.

Se questa proposta fosse accolta, avremmo un piccolissimo miglioramento, soprattutto per le piccole e medie imprese, ma noi non siamo d’accordo con l’impostazione complessiva della cauzione nei concorsi a premi.

Ragioniamo insieme.

  1. Chi trae beneficio da questo sistema? Banche e Assicurazioni che emettono le fidejussioni, i notai che le autenticano: ben 3 caste!
  2. Chi viene emarginato da questo sistema? Le piccole imprese e i commercianti, perché rende troppo oneroso un concorso a premi (oltre alla caste di cui sopra, bisogna pagare anche la camera di commercio e le imposte).
  3. Chi ne viene danneggiato?
  • i consumatori, che non sono garantiti per nulla;
  • le imprese promotrici, soprattutto quelle piccole, che sostengono costi inutili;
  • le agenzie promozionali, che si devono “fare in quattro” per assister i clienti in questo assurdo labirinto, senza ricavarne alcun compenso;
  • i funzionari del Ministero e delle Camere di Commercio che devono (o dovrebbero…) controllare tutti questi documenti inutili.
  1. Chi se ne infischia della cauzione? Le aziende poco serie e i truffatori che fanno concorsi a premi “al nero”.

È evidente a tutti che c’è una sola proposta seria di modifica legislativa da avanzare con forza: ABOLIRE LA CAUZIONE!

Massimiliano Ferrari

Laureato alla Bocconi in Economia Aziendale con specializzazione in Marketing. Direttore marketing in varie aziende, nel 2003 avvia la sua prima esperienza imprenditoriale. Nel 2007 fonda Max Marketing che guida ancora oggi. Nella sua carriera ha collaborato ad oltre 1.900 campagne promozionali. È socio FederPrivacy.