In riferimento a quanto riportato dall’Ansa riguardo alla presunta necessità di rivedere i 40 milioni di carte di fedeltà rilasciate dalla grande distribuzione, il Garante precisa  che la notizia è destituita di ogni fondamento e chiarisce quanto segue:

  1. Le società non devono chiedere ai clienti il consenso per l’uso dei loro dati quando rilasciano carte di fedeltà ai soli fini di sconti, premi, bonus, servizi accessori, facilitazioni di pagamento. É sufficiente una adeguata informativa sull’uso dei dati personali trattati a questo scopo.
  2. Il consenso libero ed informato dei clienti deve essere invece richiesto quando i dati personali raccolti tramite la carte di fedeltà vengono usati anche ad altri fini, quali, ad esempio, il marketing personalizzato, lo studio dei comportamenti e delle scelte d’acquisto, l’individuazione di fasce di reddito. I consumatori hanno diritto di non dare il consenso all’uso dei dati per tali scopi, senza per questo dover rinunciare alla carta di fidelizzazione.
  3. I dati registrati per scopi diversi da quelli del semplice rilascio della carta, come appunto il marketing e la profilazione dei consumatori, devono essere cancellati rispettivamente dopo un anno e dopo due anni.
  4. La cancellazione di questi dati non pregiudica l’utilizzo della carta da parte dei consumatori né impone di annullare o rifare le carte già rilasciate o di richiedere un nuovo consenso. Il consenso validamente acquisito dalle società, sulla base delle regole in vigore da anni, non perde infatti efficacia con il passare del tempo.

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